Lutto in TIN

"Non tutto ciò che si affronta può essere cambiato, ma niente può essere cambiato senza che sia affrontato"
"Nessun genitore é mai preparato alla morte del proprio bambino, neanche in caso di estrema prematurità o patologia diagnosticata in precedenza"

Assistere alla morte del proprio bambino in Terapia Intensiva é un momento di estrema intensità emotiva. E' un vero e proprio shock. Vi troverete a provare tanti sentimenti confusi e disorientanti: le reazioni più comuni sono l'incredulità, la paura, la frustrazione, la tristezza e la rabbia, sia nei confronti del bambino che é andato via, sia degli operatori che lo hanno assistito.

Spesso emergono forti sensi di colpa per non essere riusciti a proteggere il proprio bambino e si può avere la sensazione che quello che si sta vivendo non sia vero, non stia accadendo realmente.

Potreste anche provare invidia verso altri genitori o sentirvi incapaci di continuare a vivere. Questi sentimenti sono alla base del dolore, del normale processo di lutto che si attraversa quando si perde il proprio bambino.

Chiedete aiuto in questi momenti e prendetevi del tempo con il vostro partner per decidere cosa sia meglio fare.

La perdita di vostro figlio, nonostante il dolore immenso che vi genera, non cancella il tempo passato con lui, che rimarrà nella vostra mente e nel vostro cuore. A questo proposito, fatevi aiutare dal personale del reparto a creare un "incontro" con il vostro bambino.

Prendere in braccio vostro figlio e salutarlo può rivelarsi un gesto molto importante, soprattutto nel tempo a venire, quando uscirete dalla Terapia Intensiva e tornerete a casa. E' un ricordo vostro, insieme, e vi sarà di conforto quando prevarrà la sensazione di vuoto e di nostalgia.
Se non ve la sentite, non preoccupatevi, ma chiedete aiuto agli operatori per raccogliere con loro alcuni ricordi del vostro bambino: impronte dei piedini, il braccialetto, il ciuccio, il telino nell'incubatrice e il cartellino identificativo.

Se avete altri figli, cercate di condividere con loro nel modo più naturale e semplice l'accaduto. Cercate di non negare ciò che sta succedendo o é successo, perché anche i bambini hanno il diritto di comprendere, mostrare e vivere il proprio dolore. Chiedete aiuto, se ne sentiste la necessità, (in reparto alla psicologa, oppure fuori dal reparto a professionisti competenti) per scegliere i modi più opportuni per comunicare agli altri bambini la morte del loro fratellino/sorellina.

Prendetevi tutti del tempo per soffrire e chiedete aiuto nelle pratiche successive all'uscita dal reparto: il personale sanitario é preparato per rispondervi ed orientarvi.

Ci saranno delle frasi che vi potranno fare molto male come "pensa al futuro", "fatti forza", "é stato meglio così", "ne avrete presto un altro, siete giovani!", concentratevi sul fratello/sorella, avete lui/lei!", questo perché il mondo non é pronto alla morte e cerca di evitare il lutto, negando il dolore di chi lo prova.

"Non abbiate paura ad esprimere la vostra rabbia attraverso il pianto o la vostra incredulità. E' del tutto normale. All'inizio queste emozioni si alternano rapidamente e possono essere molto difficili da gestire. Nei primi mesi il dolore travolge e sembra eterno, ma la maggior parte dei genitori che ci sono passati ci assicura che non sarà così per sempre.

Continuare a vivere non significa dimenticare il vostro bambino, né nascondere la sua breve esistenza. Significa "passare attraverso" la perdita, renderla parte del vostro percorso di vita, lasciando passare il lutto". (Associazione CiaoLapo Onlus)

CicognaSprint Onlus collabora con l'associazione Ciao Lapo e invita i genitori a partecipare ai gruppi di automutuo aiuto consultando il sito www.ciaolapo.it

a cura di Alessandra Pagni
Psicologa libera professionista
presso U.O.C. Patologia e Terapia intensiva Neonatale
per Cicogna Sprint Onlus